Il futuro del telelavoro si chiama coworking! - 48 Magazine
Il futuro del telelavoro si chiama coworking!

Gli spazi di coworking, come Hub48 di Alba, nascono nel 2005 come un nuovo modo di lavorare che possa unire in sé gli aspetti positivi del lavoro tradizionale e quelli del telelavoro da casa. Il fondatore del primo coworking, Brad Neuberg, era profondamente insoddisfatto della propria vita lavorativa. Era stato sia un dipendente sia un freelancer, ma ad entrambe queste tipologie di lavoro mancavano aspetti per lui fondamentali. Infatti, da impiegato sentiva di non avere abbastanza libertà ed indipendenza, mentre da freelance sentiva il bisogno di una struttura e di far parte di una comunità. Fu questa sua insoddisfazione quindi a spingerlo a creare una terza via: quella del coworking.

Lavorare da casa è bello, ma…

Negli ultimi anni molti studi e ricerche si sono concentrati sull’indagare benefici e svantaggi del lavorare da remoto (da casa, in bar e caffetterie, in coworking, ecc.). Uno dei più autorevoli è stato pubblicato da ricercatori della Stanford University nel 2013, i quali hanno studiato gli effetti del telelavoro sulla produttività dei dipendenti di una importante compagnia cinese.

Dopo ben due anni di monitoraggio i risultati hanno dimostrato un aumento di produttività del 13% da parte dei dipendenti che lavoravano regolarmente da remoto. Inoltre, gli smart workers riferivano una maggiore soddisfazione per la propria vita lavorativa. Messi di fronte ad una scelta, la metà degli smart workers decisero di continuare a lavorare da casa e questo portò la compagnia ad aumentare i propri profitti, quasi duplicandoli.

Secondo un sondaggio di Buffer in collaborazione con AngelList, la stragrande maggioranza dei telelavoratori è soddisfatta del lavoro da remoto e lo consiglierebbe ad altri (97%). Gli smart workers amano soprattutto la flessibilità degli orari di lavoro, la possibilità di lavorare ovunque e non dover viaggiare per raggiungere il posto di lavoro.

Ma non è tutto oro quel che luccica e anche il lavoro da remoto può avere dei grossi svantaggi. Infatti, sempre secondo i dati raccolti da Buffer, gli smart workers affermano di avere difficoltà con la collaborazione e la comunicazione coi propri colleghi, con la solitudine, con la separazione tra orario di lavoro e tempo personale e con le distrazioni a casa. Queste problematiche sono state sperimentate in prima persona da migliaia di italiani costretti a lavorare da casa per via delle misure di contrasto alla diffusione del Covid. E così, nonostante in molti abbiano apprezzato i vantaggi del telelavoro, secondo una ricerca effettuata da LinkedIn, altri si son ritrovati a lavorare almeno un’ora in più al giorno, ad avere difficoltà a concentrarsi durante il giorno e a dormire la notte.

Queste informazioni possono essere meglio interpretate tenendo a mente un altro dato importante che emerge dallo State of Remote Work di Buffer: l’80% dei lavoratori da remoto lavora prevalentemente da casa. Solo il 7% lavora spesso in spazi di coworking.

…il coworking è il futuro!

Negli ultimi 15 anni gli spazi di coworking si sono diffusi rapidamente in tutto il mondo. Il coworking si è affermato non solo come alternativa all’ufficio tradizionale, ma anche come alternativa al lavoro da casa.

Il principale punto di forza del coworking è infatti la condivisione degli spazi tra professionisti e la rete di relazioni e opportunità che si crea tra loro. Conversando durante le pause caffè o agli eventi sociali organizzati dai coworking, i professionisti hanno la preziosa possibilità di scambiare idee tra loro, avere feedback sul proprio lavoro o addirittura dare vita a collaborazioni professionali. Un ambiente insomma diametralmente opposto a quello del lavoro da casa, in cui il lavoratore tende a sentirsi spesso isolato sia dal punto di vista sociale che professionale.

Per i freelance l’ecosistema del coworking offre la possibilità di maggiore flessibilità. I coworker infatti godono di ampia flessibilità sia nell’uso dei servizi di coworking (ad esempio, alternando a proprio piacimento giornate di lavoro in coworking a giornate di lavoro a casa) sia negli orari di lavoro, ma anche nella locazione. Molti spazi di coworking, come Hub48 di Alba, offrono non solo abbonamenti mensili ma danno anche la possibilità di usare le postazioni per singole giornate. In questo modo, anche i freelance che viaggiano spesso possono usufruire dei servizi di coworking ovunque si trovino.

Secondo studi e sondaggi, la maggioranza dei coworkers (circa il 70%) riesce a concentrarsi meglio quando lavora in coworking. E questo ha effetti positivi anche sulla produttività, tant’è che nei sondaggi effettuati da Officevibe nel 2015, il 50% degli intervistati dichiarava un reddito più alto.

Un lavoratore più concentrato e più produttivo con orari più flessibili è sicuramente un lavoratore più felice. A questo si aggiunge anche un migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita personale, cosa che rende i coworkers più rilassati quando sono tornano a casa e meno stressati nella vita di tutti i giorni. 

In poche parole, il coworking fa bene al lavoro e alla salute e per questo è il lavoro del futuro!

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